CARDIO ON LINE EUROPE S.r.l.
Pubblicato il: 25febbraio2012

INFARTO, QUANDO LA DIAGNOSI E’ ON LINE

NEL POLIAMBULATORIO ASL DEL SAN PAOLO ALTRI TRE PAZIENTI SALVATI DALLA TELECARDIOLOGIA

«Mario, 57 anni, salvato online. L’uomo colpito da infarto in un ambulatorio della Asl dotato di telecardiologia».

È il titolo di un articolo della Gazzetta del 16 marzo scorso. È passato quasi un anno: a Mario si sono aggiunti Nicola, Giuseppe e Liliana. Salvati online sempre grazie all’intervento dei medici presenti nella casa della salute del quartiere San Paolo, l’unica struttura di medicina di base dell’azienda sanitaria locale dotata di telecardiologia. Ma c’è di più, in tempi in cui pronto soccorso sempre più intasati finiscono sulle prime pagine dei giornali. La telemedicina, e nel caso soprattutto la telecardiologia e la telediabetologia, possono ridurre significativamente gli accessi, spesso inutili, alla medicina di urgenza, i ricoveri in spedale e le liste di attesa. Tradotto – ed è fondamentale in una Regione alle prese con un piano – di riordino – significa da una parte risparmiare ingenti risorse economiche; dall’altra offrire una serie di servizi fondamentali per rispondere alla sempre più crescente richiesta di salute. Come ? Utilizzando i medici di base e la telemedicina come cerniera sempre più efficace tra i cittadini e gli ospedali. I casi di Mario, Giuseppe, Nicola, Liliana rappresentano quelli che si definiscono casi acuti, pazienti che si sono rivolti all’ambulatorio Asl della casa della salute del San Paolo e grazie all’elettro-cardiogramma online sono stati salvati. Casi che si moltiplicherebbero di molto con una diffusione capillare della strumentazione. C’è poi l’esercito – in continuo aumento grazie proprio ai progressi fatti – delle cronicità che potrebbe essere affidato e «monitorato» proprio negli ambulatori di medicina generale. A tirare le somme sono tutti d’accordo e tutti pronti. I medici di base, rappresentati nel caso dal segretario regionale della Fimmg (nonché presidente dell’ordine dei Medici di Bari), Filippo Anelli; il direttore generale dell’Ares Puglia, Franco Bux; il direttore area politiche della salute e pari opportunità Regione Puglia, Vincenzo Pomo. Ma c’è la questione economica. «Il problema – spiega Bux – è nei costi. Anche se con la telemedicina – che noi come Ares stiamo promuovendo – si otterrebbero risparmi incredibili da poter poi reinvestire. Diversamente non se ne esce. E si potrebbero aver così sul territorio studi medici associati aperti 12 ore al giorno cui potrebbero afferire quelli ora considerati codici bianchi e verdi dai triage dei pronto soccorso. C’è poi la questione degli infermieri e gli “investimenti” che stiamo facendo nella figura del care manager (progetto Nardino): la figura dell’infermiere professionale, dotato di strumenti di telecardiologia e telediabetologia, che prende in carico i pazienti cronici. Già abbiamo avviato i corsi nelle province di Bat e Lecce, tra un po’ toccherà a Brindisi e Foggia». Cifre e progetti condivisi da Filippo Anelli: «C’è una questione di risposta alle acuzie, ma poi il grande tema sanitario della gestione dei cronici. In Puglia c’è una popolazione di ipertesi che sfiora il milione; 300mila sono i diabetici e broncopatici e diabetici sono circa il 14/15 per cento dei cittadini. Una cifra enorme che se dirottata sulla medicina di base, che ormai lavora per l’80 per cento in ambulatori associati, alleggerirebbe gli ospedali, i pronto soccorso di circa un milione e mezzo di accessi e consentirebbe di monitorare e programmare attentamente, anche con il conforto dei colleghi specialisti, tali patologie con una riduzione significativa di eventi secondari. Del resto molti studi medici, il cui accesso beninteso è libero e gratuito, hanno già personale infermieristico in grado di ampliare l’offerta. In questo, grazie anche alla lungimiranza della Regione, siamo tra le prime realtà in Italia». «Si tratta tratta anche di cambiare modelli culturali che permettano di sfruttare a fondo le opportunità che arrivano dal piano di riordino – conclude Pomo -. La telemedicina per quanto mi riguarda è un futuro prossimo cui non si può rinunciare, ma la sua implementazione è legata alle risorse disponibili e a quelle che si possono ricavare e reinvestire a tutela della salute dei cittadini».

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Infarto, quando la diagnosi è online --
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