DALL’AMBULANZA ALL’OSPEDALE QUEI CUORI SALVATI ONLINE
TELESOCCORSO: Venticinque cardiologi e ventuno operatori, collegati notte e giorno con il 118. E’ la rete, prima in Europa, che ha portato la Puglia a livelli di eccellenza nel trattamento delle cardiopatie. La mortalità? Abbattuta del cinquanta per cento.
BARI – Il telefono suona ogni cinque minuti, in media arrivano 240 chiamate al giorno alla centrale di telecardiologia di Bari. Ma è lunedì, la giornata di maggiore stress, in cui statisticamente avvengono più infarti e i medici di turno lavorano incessantemente. Il primo giorno della settimana i telesoccorsi fanno registrare una vera e propria impennata. La prima richiesta arriva alle cinque del mattino da un’ambulanza del 118 di Lecce: il paziente è un uomo, 82 anni, febbre alta, sudorazione profusa e nausea, nella sua storia clinica ci sono tre casi di infarto. In 50 secondi il medico a bordo del mezzo registra l’elettrocardiogramma con il cardiovox P12, un apparecchio grande quanto una mano che consente di trasmettere telefonicamente l’esame. Altri 50 secondi per l’invio del tracciato che viene visualizzato sul computer della centrale. A quel punto interviene il cardiologo di turno che analizza e referta il tracciato fornendo in tempo reale un consulto specialistico. Sono trascorsi appena due minuti. La diagnosi in questo caso è semplice: infarto miocardico acuto. “Nei soggetti di età avanzata – precisa il cardiologo Fabio Siena – l’esame strumentale è vitale perché è assente il quadro tipico, con il dolore al torace irraggiato al braccio sinistro”. Il paziente viene subito portato all’unità coronarica dell’ospedale più vicino bypassando il pronto soccorso. Grazie alla rete per l’infarto miocardio presente in Puglia, il reparto viene allertato per accogliere il malato. E’ la prima vita salvata del giorno. Nella sede di Cardio On Line Europe però il telefono continua a squillare. Sono 25 in tutto le linee attive e 21 le postazioni a cui si alternano 22 operatori specializzati e 25 cardiologi. La struttura è collegata con l’intera rete pugliese di 164 ambulanze del servizio 118, con i 27 punti strategici di primo soccorso, i 33 di primo intervento estivo, le 12 automediche e l’unica moto d’acqua dislocati in tutta la regione.
In servizio 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. La Puglia è riuscita così ad abbattere del cinquanta per cento gli indici di mortalità coronarica. Il secondo caso grave arriva alle otto. A chiamare sono gli operatori del 118 di Bari, il paziente questa volta è più giovane, ha 60 anni e presenta battito cardiaco accelerato e sensazioni di mancamento. L’elettrocardiogramma non lascia spazio a dubbi: si tratta di tachicardia ventricolare che può portare a dilatazione del cuore e morte improvvisa. La diagnosi tempestiva è fondamentale. Il cardiologo della centrale risponde al telefono e, senza esitare, detta le istruzioni: effettuare immediatamente in ambulanza la defibrillazione e trasportare l’uomo al reparto di cardiologia d’urgenza del Policlinico. In diciotto minuti è già lì per l’intervento di cardioversione necessario a far passare l’aritmia persistente. “Non esiste nessuna esperienza simile in Europa – vanta il direttore della centrale di telemedicina Claudio Lopriore – finora abbiamo salvato in emergenza 37mila vite ed evitato ricoveri impropri con forti ricadute sociali ed economiche”. Da un lato la mancata ospedalizzazione ha ridotto lo stato di ansia dei pazienti, dall’altro ha permesso di risparmiare oltre 50 milioni di euro, se si considera che la degenza media di un malato in ospedale costa alle casse pubbliche circa 300 euro al giorno. Emblematico da questo punto di vista il soccorso a domicilio di una 79enne barese che aveva sviluppato un’aritmia a causa di insufficienza coronarica. La lettura in tempo reale del tracciato cardiaco ha consentito la defibrillazione immediata in loco, nessun ricovero ma solo accertamenti in clinica. Alle 12.30 è l’ora di punta. Un avvocato, 55 anni, si è sentito male in tribunale. Il cardiografo segnala il blocco completo atrioventricolare, questione di vita o di morte. Ma in 24 minuti il paziente è sul tavolo dell’emodinamica per l’angioplastica primaria. Per lui non ci saranno gravi conseguenze, potrà tornare a lavoro senza problemi. Alle due del pomeriggio finisce il secondo turno, arrivano gli altri specialisti, il telefono continuerà a squillare, fino a sera si arriverà a 280 chiamate.